martedì 20 marzo 2012

Occupazione ed acquisizione dell’Estonia da parte dell’URSS nel 1940

Nell'aprile del 1940 la Germania invase la Danimarca e la Norvegia ed iniziò l’offensiva contro Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Francia. A metà giugno, quando la Wehrmacht stava per marciare su Parigi, focalizzando l’attenzione del mondo su tale evento, l'Unione Sovietica minacciò Estonia, Lettonia e Lituania con azioni militari e presentò un ultimatum, pretendendo l’invasione militare e l’insediamento di governi filo-sovietici. Il 14 giugno Tallinn e la costa settentrionale dell’Estonia furono bloccati dalla flotta sovietica del Baltico.
Non avendo le capacità di uomini e mezzi per contrastare la minaccia sovietica, tutte e tre le repubbliche accettarono l’ultimatum e furono invase dall’Armata Rossa.
L’Estonia fu occupata in virtù del “diktat di Narva” ed il governo di Jüri Uluots rassegnò le dimissioni il 17 giugno. Il 21 giugno fu proclamato un governo fantoccio pro-sovietico presieduto da Johannes Vares ed il processo di sovietizzazione iniziò.
Nel mese di luglio furono rapidamente convocate delle elezioni parlamentari, che furono non libere e svolte con una metodologia difforme da quanto stabilito dalla costituzione estone. Il nuovo parlamento proclamò l’Estonia “Repubblica Socialista Sovietica” ed indicò l’intento di aderire all’Unione Sovietica. Per presentare il colpo di stato come una rivoluzione popolare, furono organizzati numerosi incontri in cui i comunisti estoni parlavano, mentre l’Armata Rossa teneva un occhio attento sui lavori.
Il cambiamento al potere non fu considerato legittimo, tanto in Estonia quanto all’estero. Il 23 luglio 1940 il Sottosegretario di Stato degli USA annunciò che gli Stati Uniti non riconoscevano le modifiche effettuate nei Paesi Baltici con la forza. Questo fu l'inizio della politica dei Paesi Occidentali di non riconoscimento.
Il 6 agosto l’Estonia fu annessa nell’Unione Sovietica. Le organizzazioni sociali, l’economia e la vita culturale furono rapidamente modificate per renderle conformi all’Unione Sovietica. A luglio era già iniziata la redistribuzione delle proprietà terriere e la nazionalizzazione delle imprese; nell’autunno del 1940 il Rublo sovietico divenne l’unica valuta corrente.
Durante la sovietizzazione fu cancellato il principio della divisione dei poteri. Il Comitato Centrale del Partito Comunista divenne la principale istituzione del potere, sotto la direzione di Karl Säre, che insieme al governo presieduto da Johannes Lauristin perseguirono la sovietizzazione del Paese sulla base delle direttive che arrivavano da Mosca.
Il parlamento fantoccio o cosiddetto Soviet Supremo aveva il mero compito di confermare le decisioni già prese. Anche il potere giudiziario fu abolito.
Lo stesso esatto procedimento ebbe luogo in Lettonia e Lituania. Insieme alla demolizione ed alla riorganizzazione di tutte le strutture di ogni Stato indipendente fu anche lanciata una massiva propaganda comunista, che si infiltrava in ogni posto e ad ogni livello.
L’esercito estone fu riorganizzato nella Ventiduesima Brigata Territoriale di Fucilieri dell’Armata Rossa e fu “purificato” dalle presenze di elementi anti-sovietici. Lo stesso accadde in ogni ambiente della società: dalla primavera del 1941 la maggior parte della precedente élite fu sradicata. Ovvero, circa 9.400 persone che furono arrestate e deportate in Siberia per essere imprigionate nei campi di lavoro forzato o uccise. Nel giugno 1941 furono arrestate e deportate altre 10.000 persone, per lasciare posto a 7.000 nuovi reinsediamenti di popolazioni slave.

Documento attestante una deportazione. Si tratta di una bolla d'accompagnamento di un treno merci del 15 giugno 1941 (fonte: Archivio di Stato Estone):
'Mittente' – ESSR NKVD
'Confezionamento' – 5 vagoni
'Tipo di merce' – persone ("200 челов" = 200 persone)
'Tassa di trasporto' – 785,00 Rubli.

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