venerdì 30 marzo 2012

Persecuzioni commesse dall’Unione Sovietica in Estonia nel 1940-1941

Subito dopo che l’Estonia fu occupata dall’Unione Sovietica nel giugno 1940, le forze di sicurezza dell’URSS iniziarono ad arrestare cittadini che erano considerati nemici politici. Nel giugno 1940 almeno 30, nel mese di luglio 123 e nel mese di agosto 117 persone furono arrestate. Prima della fine del 1940, più di 1.000 persone persero la liberà. Durante il primo anno di occupazione gli arresti furono focalizzati su determinate categorie: i membri della polizia politica, la leadership militare, gli ex emigrati Russi Bianchi e l'élite politica estone.
Sempre nel primo anno di occupazione 9 degli 11 ex capi di stato della Repubblica di Estonia furono arrestati. Per evitare questo destino Otto Strandmann si suicidò e solo August Rei riuscì a trovare scampo in Svezia. Entro la fine del 1942, tutti ex capi di stato furono uccisi o morirono in carcere, ad eccezione di Konstantin Päts, che fu imprigionato in Russia. Inoltre furono perseguitati due terzi degli ex ministri della Repubblica, 10 degli 11 componenti dell’ultimo governo libero, la metà dei tutti i parlamentari e la metà dei membri della Corte di giustizia. La stessa sorte fu riservata a più della metà dei funzionari civili di rango superiore, ai governatori provinciali e ad un sesto dei sindaci dei comuni rurali.
Alla fine del 1940, fu introdotto in Estonia il Codice Penale della Federazione Russa del 1926, con valore retroattivo anche per fatti che prima non erano considerati reati. Per fare un esempio, tutti coloro che avevano preso parte alla Guerra di Indipendenza ed avevano combattuto contro la Russia 20 anni prima furono incriminati e poi condannati per “attività antisovietiche”.
Tra giugno 1940 e ottobre 1941, in totale furono arrestate 9.400 persone dalle autorità sovietiche. Circa 2.200 furono uccise in Estonia; le rimanenti furono condotte in campi di prigionia russi, da dove ben poche riuscirono a sopravvivere e tornare a casa dopo la Seconda Guerra Mondiale. La maggior parte delle uccisioni ebbe luogo nelle prigioni di Tallinn nel luglio 1941, prima del ritiro dei Sovietici dall’Estonia a causa dell’avanzata dell’esercito tedesco.
Oltre a coloro che furono arrestati ed uccisi, vanno considerate vittime anche i 10.000 cittadini che furono deportati il 14 giugno 1941.
Nell'estate 1941 i Sovietici si ritirarono di fronte all'avanzata della Wehrmacht, ma sarebbero ritornati nel 1944, per preparare un doloroso e ben più lungo periodo di occupazione.
Estoni deportati nel 1940, fotografati nel villaggio di Iljak (Distretto di Aleksandrovo, Regione di Tomsk) nel 1947. I loro nomi partendo da sinistra, fila in piedi: Marta Raag, Irina Melts, Mahta Kasak, Alide Eelmäe, Anni e Malle Talusaar; fila a sedere: Rein Kasak, Ivar Raag, Sirje Melts, Aini e Mare Eelmäe (fotografia dalla collezione di Alide Eelmäe. “Okupatsioonide Muuseum”, Tallinn)

1 commento:

  1. La foto mette i brividi. Non si vedono i mariti ed i padri di queste donne e di questi bambini...

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